Sostenibile è un aggettivo che sento sempre più spesso nel dibattito pubblico quotidiano. La cosa è positiva: finalmente si cerca di produrre beni in linea con le esigenze dell’ambiente, rispettosi del contesto e degli ecosistemi, presenti in un ciclo produttivo circolare che sappia trasformare sempre la materia in qualcosa a basso (o nullo) impatto ambientale. 

Sappiamo tutti che in passato non è sempre stato così, anzi; l’idea di profitto ad ogni costo spesso ha immesso nel mercato prodotti a bassissimo prezzo ma di qualità scadente e insostenibili a livello ecologico.  Oggi, insomma, tutto questo paradigma sta (magari lentamente) cambiando e l’attenzione è fissa sul preservare i nostri già molto fragili ecosistemi da ulteriori stress e da ulteriori speculazioni. 

Le persone sembrano più attente in questo senso: preferiscono un prodotto con una storia dietro, pulito eticamente, attento al rispetto del pianeta. 

C’è un però, in tutta questa premessa. Un appunto critico e una suggestione che non vanno ignorati. 

Esistono infatti tantissimi prodotti sostenibili (in campo alimentare, o nella moda, o ancora nel packaging e in altre svariate fette di mercato) che sono ancora troppo costosi per la maggior parte della popolazione che potrebbe (e vorrebbe) usufruirne. 

Possiamo, in questo caso, parlare di sostenibilità? 

Io credo di no e vi spiego perchè.

Questa strana ambiguità si poteva riscontrare una decina di anni fa nei primi supermercati biologici, per esempio: prodotti di ottima qualità con prezzi proibitivi e i possibili utenti che etichettavano l’alimentazione biologica come qualcosa di elitario e insostenibile (paradossalmente) per il consumatore medio, impegnato a risparmiare dove possibile per garantirsi una legittima sopravvivenza economica.

Direte voi: è giusto, un prodotto qualitativamente superiore deve costare di più.

L’osservazione è esatta ma non risolve il nostro problema. Il fare sostenibilità, infatti, passa attraverso scelte su ampia scala: capire come attuare una formula mainstream del sostenibile significa segnare un nuovo futuro e arrivare a moltissima gente in più.

Bisogna insomma far breccia su quella fetta di popolazione che non può permettersi quei prodotti con i soldi che guadagna. 

Riassumendo: non possiamo pensare di cambiare la situazione se non creiamo dei prodotti ad hoc che ci permettano di interessare la maggioranza della gente.

Il prezzo è già un indicatore più che valido per valutare: vendere un prodotto ad 1 Euro al posto di 2 farà la differenza poichè costituirà una fetta di mercato più ampia. 

La VERA sostenibilità insomma deve avere un’adozione di massa, un riconoscimento vasto nel mercato.

Se invece mi ostino a commercializzare un prodotto che può interessare economicamente solo il 5% della popolazione, non sto facendo sostenibilità ma sto soltanto perseguendo una piccola nicchia di clienti interessati, che si sentiranno certamente utili acquistando un prodotto magari green, magari sostenibile, ma per nulla accessibile alla massa.

Il concetto a cui bisogna necessariamente arrivare è la creazione di una vera e propria sostenibilità a scaffale, cioè una gamma di prodotti sani e buoni che possano garantire a chiunque voglia comprarli di potervi accedere economicamente. Sarebbe l’inizio di una grande rivoluzione che comprenderebbe alimentazione, vestiario (sì, è possibile vestirsi in modo sostenibile), lifestyle e molto altro.

Per realizzare questa sorta di “utopia possibile e necessaria” è basilare far sentire la propria voce in ambo le direzioni: produttori, che hanno il dovere di osare  veramente verso una comunità ampia di utenti; consumatori, che hanno il diritto di poter scegliere il meglio senza per questo sentirsi necessariamente discriminati dal prezzo.

Solo così si potrà parlare di vera sostenibilità

Prodotti buoni, green, mainstream.

Per non creare piccole nicchie ma solo un grande e innovativo vortice di innovazione che sappia prendere su di sè chiunque avrà voglia di farne parte.

Call to action:

-Preferisci prodotti sostenibili ma che lo siano in  modo oggettivo

-Fai presente al tuo negozio di fiducia la volontà di preferire questo tipo di prodotti

-Condividi con i tuoi amici le tue “scoperte” migliori

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